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Democrazia e valori cristiani

Benedetto XVI, quando era Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, in un’intervista concessa al giornale “El Mercurio” di Santiago del Cile 12-6-1988, si espresse in questi illuminanti termini:

“Alexis de Tocqueville già segnalò circa 150 anni fa che la democrazia può sussistere soltanto se preceduta da un determinato ethos. I meccanismi democratici funzionano solo se questo è, per così dire, ovvio e indiscutibile, e soltanto così tali meccanismi si convertono in strumenti di giustizia. Il principio della maggioranza è tollerabile se a quella maggioranza non è concessa la facoltà di fare tutto a suo arbitrio, poiché sia la maggioranza che la minoranza devono unirsi nel comune rispetto ad una giustizia che obbliga entrambe. Ci sono, di conseguenza, elementi fondamentali previ all’esistenza dello Stato che non sono sottomessi al gioco della maggioranza e della minoranza, e che devono essere inviolabili per tutti”. […]

“Il problema è: chi determina questi ‘valori fondamentali’? Chi li protegge? Questo problema, così come Tocqueville lo segnalava, non si pose nella prima democrazia americana come un problema costituzionale, perché esisteva un certo consenso cristiano fondamentale – protestante – assolutamente indiscusso e che si considerava ovvio. Questo principio si nutriva della convinzione comune dei cittadini, convinzione che stava al di sopra di qualsiasi polemica. Tuttavia, che succede se non esistono più queste convinzioni? Sarà possibile dichiarare, per decisione della maggioranza, che qualcosa che fino a ieri si riteneva ingiusta adesso è di diritto, e viceversa? A questo proposito, dichiarò Origene nel III secolo: se nel Paese degli Sciti l’ingiustizia si converte in legge, allora i cristiani che lì vivono devono agire contro la legge. È facile applicare questo al secolo XX: quando, durante il governo del nazionalsocialismo, si dichiarò che l’ingiustizia era legge, finché durasse questo stato di cose, un cristiano era obbligato ad agire contro la legge. ‘Si deve ubbidire a Dio prima che agli uomini’. Ma come incorporare questo fattore al concetto di democrazia?” […]

“In ogni caso, è chiaro che una costituzione democratica deve difendere, nella qualità di fondamento, i valori provenienti dalla Fede cristiana, dichiarandoli inviolabili, precisamente in nome della libertà. Una tale salvaguardia del diritto sussisterà di sicuro solo se viene custodita dalla convinzione di un grande numero di cittadini. Per questa ragione, è di suprema importanza per la preparazione e conservazione della democrazia, preservare ed approfondire quelle convinzioni morali fondamentali, senza le quali essa non può sussistere”.


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