SEMINARIO DI DIRITTO INTERNAZIONALE

SEMINARIO DI DIRITTO INTERNAZIONALE

Titolo: Studio dello Statuto delle Nazioni Unite

Sommario

I. Che cosa è un Seminario e come si svolge.
II. Divisione della materia con relativa attribuzione ad ogni studente e data di presentazione.
III. Bibliografia essenziale.

 

 

I. Che cosa è un seminario e come si svolge (*1)

I.1. Che cosa è un seminario?

Un seminario deve avere una certa stabilità, quindi svolgersi in uno o due semestri; si svolge sotto la direzione del professore, intorno ad un tema specifico, con la partecipazione di un gruppo limitato di studenti. Scopo principale del seminario, nel ciclo di Licenza, è quello di avviare lo studente alla ricerca scientifica, dovrebbe essere una vera e propria iniziazione nei metodi della ricerca scientifica (possibilmente sulle fonti) e orientare così lo studente nella ricerca personale.

Quindi il seminario tende alla formazione dello studente, più che ad informarlo, e questo attraverso il contatto diretto con le fonti, esercitando l’analisi, il giudizio critico, la sintesi su un tema comune di indagine (*2).

Nota tipica del seminario durante il corso di Licenza è quella di essere l’occasione per approfondire un tema di un certo interesse nell’ambito di una determinata disciplina, senza tuttavia proporsi di superare lo stato attuale della ricerca riguardo detto tema. Lo studente è chiamato a lavorare in modo ricettivo-riproduttivo.

I.2. Come si svolge un seminario?

Essenzialmente il seminario ha tre attori principali:

  1. il singolo studente: che è l’attore principale;
  2. il gruppo: come confronto e sollecitazione;
  3. il professore: come guida (*3).

Durante lo svolgimento del seminario, che deve avere scadenze regolari per gli incontri, sotto la direzione del professore che propone il tema, lo espone brevemente, dàla bibliografia ed organizza la prima divisione del lavoro distribuendo i temi da trattare, è perciò richiesta la collaborazione attiva degli studenti.

Il tema affrontato in un seminario, proposto dal professore, può essere uno ed unico per tutti (per es. “La Chiesa in S. Ambrogio): tutti lavorano allo stesso tempo sullo stesso tema e durante gli incontri confrontano e discutono il loro lavoro; oppure uno, ma divergente si prende per esempio uno stesso autore e si affida ad ogni studente un aspetto diverso che lo riguarda (per es. “La Chiesa in S. Ambrogio”, “Chiesa e Stato in S. Ambrogio”); oppure temi diversi convergenti (per es. “La Chiesa in Eusebio”, “La Chiesa in Lattanzio”, “La Chiesa in Arnobio). Può concernere l’interpretazione analitica di una opera o l’elaborazione di una sintesi, raccogliendo e collazionando quanto fu scritto intorno ad un determinato problema. Nella pratica il primo tipo di seminario sembra il più idoneo a realizzare il fine specifico dell’esercitazione seminarile: coinvolgere direttamente gli studenti che devono essere in grado di discutere, con cognizione di causa, su quanto viene via via proposto dai vari partecipanti. Quindi tutti sono tenuti a conoscere il testo.

Durante gli incontri lo studente (il relatore) di turno espone il risultato della sua ricerca sull’argomento affidatogli. Segue l’intervento del controrelatore che ha la funzione di iniziare la discussione dando una sua valutazione su quanto detto dal relatore. Il professore in questa fase ha il solo compito di consigliere tecnico e moderatore nonché di promotore della discussione nel gruppo. Normalmente egli concluderà riassumendo i risultati e valutando i vari interventi.

Il frutto di questi incontri-discussioni si conservano in due modi:

  1. i relatori stendono per iscritto le loro relazioni tenendo conto di quanto detto nelle discussioni;
  2. durante ogni incontro uno degli studenti stenderàil verbale della discussione, che saràletto all’inizio della discussione seguente, in modo da assicurare la continuità tra i vari incontri. In questo modo alla fine si otterràdi valido materiale potenzialmente utilizzabile.
I.3. Come partecipare concretamente ad un seminario?

Come giàdetto la collaborazione attiva dello studente allo svolgimento del seminario è la nota caratteristica di questo tipo di esercitazione. Per questo motivo è essenziale la partecipazione di tutti a tutte le riunioni.

Nella distribuzione degli argomenti si faccia attenzioni alle reali possibilitàe capacità dello studente, il quale dovràsubito dedicarsi alla preparazione della relazione che dovrà presentare. A tal fine si serviràdella bibliografia offerta dal professore ed a lui farà sempre riferimento nella richiesta di eventuali consigli sul come procedere.

Prima di ogni incontro ognuno si prepari personalmente leggendo la parte che sarà oggetto della presentazione in quella data.

Durante le discussioni, ognuno dia il proprio contributo tenendo presente il punto di vista che egli tratta, prenda nota di ciò che può servire a trattare meglio il tema a lui affidato.

Ognuno prepari con cura la propria relazione che conviene esporre in modo libero, senza leggerla, ma sempre in modo conciso. Possibilmente il relatore distribuisca agli altri partecipanti un breve schema scritto.

La redazione definitiva della propria relazione, in iscritto, si faccia soltanto verso la fine del seminario, per poter tenere conto di quanto avranno detto le altre relazioni e le varie discussioni. Soltanto in questo modo l’insieme delle relazioni scritte raccoglieràveramente i risultati del lavoro in comune.

I.4. La preparazione della propria relazione

Il materiale per la relazione è lo stesso testo sul quale si deve fare la relazione. Una prima raccolta di quel materiale si fa nel riassunto steso durante la lettura (deve vertere su ciò che si è compreso). Non si tratta di “parafrasare” il testo! ma di rileggere più volte lo stesso testo (servendosi anche di eventuali commenti), per individuare chiaramente: quali sono i punti centrali, perché il testo è stato così presentato, ecc. Cioè bisogna arrivare ad afferrare la sostanza del testo, per poter poi aggiungervi eventualmente le sfumature ed i prolungamenti.

Nella redazione della relazione si dovràquindi tendere a far risaltare, agli ascoltatori e poi lettori, la sostanza dello scritto, mostrando la connessione interna delle varie proposizioni dello stesso testo. Quindi, prima di scrivere, c’è bisogno di “ricostruire” mentalmente l’oggetto della propria relazione. Poi, però, nell’esposizione di questa ricostruzione, si segue normalmente l’ordine di esposizione seguito nel testo.

Per la presentazione del testo si tenga presente questa regola aurea attribuita a W. Churchill: quando si parla bisogna: 1) avere qualcosa da dire; 2) dirla; 3) smettere quando si è detta! Perciò si esponga chiaramente ed espressamente quanto c’è da dire.

Si eviti di fare della relazione un mosaico di citazioni ma si scelgano quelle veramente caratteristiche che servono a far risaltare la sostanza.

Nella redazione, attraverso una distinzione in paragrafi, si seguano criteri logici che aiutino la comprensione da parte degli altri, non dando mai per scontato niente e tenendo presente che il nostro lavoro deve essere comunicato ad altri che normalmente ne dovrebbero sapere meno di noi.

Come sopra detto, nella seconda, e definitiva, relazione tutto questo saràperfezionato grazie al contributo delle altre relazioni e le eventuali correzioni da parte del professore.

 

 

II. Divisione della materia con relativa attribuzione ad ogni studente e data di presentazione

Dopo aver ricordato, in generale, le caratteristiche essenziali del seminario che si tiene durante il biennio di Licenza, vediamo concretamente come si svolgeràil nostro seminario.

Il tema scelto, Studio dello Statuto delle Nazioni Unite, giàlascia intuire il modo di svolgimento: l’analisi e commento di questo testo. Finalitàdel seminario è quella di portare gli studenti ad avere una conoscenza approfonditàdi questo documento fondamentale avviandoli così allo studio del diritto internazionale.

A ciascun studente verranno assegnati una serie di articoli. Lo studente dovrà presentare (*4), in 30-45 minuti, 1) il contenuto, mettendo in rilievo particolarità, termini tecnici, dubbi, insomma tutto quanto possa aiutare la comprensione del testo; 2) l’interpretazione e la collocazione degli articoli nel contesto dello Statuto; 3) eventuali collegamenti storici; 4) le fonti del testo; 5) valutazione personale.

Dopo l’esposizione il Controrelatore daràil proprio giudizio sull’esposizione ed introdurrà la discussione suggerendo qualche tematica particolare. Il Segretario, designato per l’incontro, stenderàil verbale.

Al termine del seminario (prima metàdi maggio) tutti gli studenti dovranno consegnare la redazione definitiva della loro relazione, 5-10 pagine, che avràtenuto conto delle osservazioni del professore, delle altre relazioni e di quanto emerso nelle discussioni.

STATUTO DELLE NAZIONI UNITE:
divisione della materia tra i partecipanti al seminario
II.1 Capitolo I: FINI E PRINCIPI (artt. 1-2)
Capitolo II: MEMBRI DELL’ORGANIZZAZIONE (artt. 3-6)
Capitolo III: ORGANI (artt. 7-8)
Capitolo IV: ASSEMBLEA GENERALE (artt. 9-22)
  • Data di presentazione:
  • Relatore:
  • Controrelatore:
  • Segretario:
II.2 Capitolo V: CONSIGLIO DI SICUREZZA (artt. 23-32)
Capitolo VI: SOLUZIONE PACIFICA DELLE CONTROVERSIE (artt. 33-38)
  • Data di presentazione:
  • Relatore:
  • Controrelatore:
  • Segretario:
II.3 Capitolo VII: AZIONE RISPETTO ALLE MINACCE ALLA PACE, ALLE VIOLAZIONI DELLA PACE ED AGLI ATTI DI AGGRESSIONE (artt. 39-51)
Capitolo VIII: ACCORDI REGIONALI (artt. 52-54)
  • Data di presentazione:
  • Relatore:
  • Controrelatore:
  • Segretario:
II.4 Capitolo IX: COOPERAZIONE INTERNAZIONALE ECONOMICA E SOCIALE (artt. 55-60)
Capitolo X: CONSIGLIO ECONOMICO E SOCIALE (artt. 61-72)
Capitolo XI: DICHIARAZIONE CONCERNENTE I TERRITORI NON AUTONOMI (artt. 73-74)
Capitolo XII: REGIME INTERNAZIONALE DI AMMINISTRAZIONE FIDUCIARIA (artt. 75-85)
Capitolo XIII: CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE FIDUCIARIA (artt. 86-91)
  • Data di presentazione:
  • Relatore:
  • Controrelatore:
  • Segretario:
II.5 Capitolo XIV: CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA (artt. 92-96)
Capitolo XV: SEGRETARIATO (artt. 97-101)
Capitolo XVI: DISPOSIZIONI VARIE (artt. 102-105)
Capitolo XVII: DISPOSIZIONI TRANSITORIE DI SICUREZZA (artt. 106-107)
Capitolo XVIII: EMENDAMENTI (artt. 108-109)
Capitolo XIX: RATIFICA E FIRMA (artt. 110-111)
  • Data di presentazione:
  • Relatore:
  • Controrelatore:
  • Segretario:
STATUTO DELLA CORTE INTERNAZIONALE DI GIUSTIZIA
II.6 Art. 1
Capitolo I: ORGANIZZAZIONE DELLA CORTE (artt. 2-33)
Capitolo II: COMPETENZA DELLA CORTE (artt. 34-38)
  • Data di presentazione:
  • Relatore:
  • Controrelatore:
  • Segretario:
II.7 Capitolo III: PROCEDURA (artt. 39-64)
Capitolo IV: PARERI CONSULTIVI (artt. 65-68)
Capitolo V: EMENDAMENTI (artt. 69-70)
  • Data di presentazione:
  • Relatore:
  • Controrelatore:
  • Segretario:

 

 

III. Bibliografia essenziale (*5)

La bibliografia essenziale è contenuta in B. CONFORTI, Le Nazioni Unite, Padova 1996, che viene consigliato come testo base per la ricerca. Contiene anche la traduzione italiana dello Statuto.


 

 

(*1) Quanto qui detto è liberamente preso da P. HENRICI, Guida pratica allo studio, Roma 1980, pp. 22-24; 68-70 e da R. FARINA, Metodologia. Avviamento alla tecnica del lavoro scientifico, Roma 1978³, pp. 24-42.

 

(*2) Il seminario ha significato unicamente se riesce ad essere opera comune nella quale l’iniziativa del singolo stimola ed arricchisce l’iniziativa del gruppo, sotto la direzione del professore che pone come suo contributo specifico la propria esperienza.

 

(*3) Il lavoro personale di ogni singolo studente, volta per volta, è l’arco portante, la chiave di volta, ma senza il gruppo ed il professore-guida non si costruisce l’edificio armonico del seminario.

 

(*4) Ogni studente deve aver preparato il testo scritto! Anche se si consiglia di presentarlo senza leggere.

 

(*5) Biblioteca specializzata e centro di informazione in materia: 1) Biblioteca dell’Istituto Internazionale per l’unificazione del Diritto privato (UNIDROIT) – via Panisperna, n. 28 – 00184 Roma; 2) Centro di Informazioni delle Nazioni Unite (UNIC) – p.za San Marco, n. 50 – 00186 Roma.
N.B: presso la Biblioteca della Camera dei Deputati della Repubblica Italiana (Roma, via del Seminario) al IV piano (Sala Legislativa straniera) è possibile consultare documenti e letteratura sulle legislazioni dei vari Paesi; al V piano (Sala periodici) sotto il n. 341 sono collocate tutte le Riviste sul diritto internazionale pubblicate in tutto il mondo; sotto il n.327 sono collocate le Riviste riguardanti le Relazioni internazionali.